Paidos Onlus

Paidos Onlus
Paidos Onlus dalla parte dei bambini,SEMPRE

mercoledì 27 ottobre 2021

Sentirsi abbandonati

 Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

"Sentirsi abbandonati..."

‘’Ho paura di essere abbandonata...ho paura. Al telefono non mi rispondono più quando chiamo...’’.

‘’E se Natale lo passassi da sola? Dimenticata da tutti? Non si possono lasciare i bambini o i ragazzi da soli...a Natale’’.


Ogni sera, recentemente, lo squillo interminabile di un telefono mi annuncia che lei è lì sulla poltrona che attende, attende e attende che qualcuno risponda a quella chiamata ma...nulla; stasera non v'è risposta.

Subito dopo cena una ragazza mi chiede quando potrà vedere il ragazzo che vive in un altro paese, quando potrà tornare a casa, quando potrà riavere fra le mani la sua vita di sempre.

<<E se Natale lo passassi qui? Dimenticata da tutti? Non si possono lasciare i bambini o i ragazzi da soli...a Natale>>

Proprio oggi in preda alla più romantica voglia di Natale, preparavo i biscotti e pensavo agli addobbi, ai dolci, ai regali, alle sorprese nascoste sotto il mio meraviglioso albero di natale ...proprio stasera quello stesso Natale mi ha imposto un gran pena al cuore.

Io attendo il Natale per i biscotti, per godermi la bellezza dei ricordi della mia famiglia... perché il Natale si attende con gioia da che ero bambina. Stasera una ragazza con gli occhi segnati e gonfi di pianto mi ha chiesto, andando avanti di mesi, che ne sarà di lei...se quel giorno atteso tutto l'anno sarà la sola a rimanere in casa famiglia.

Quel telefono che squilla nell'attesa di una risposta.

Quel telefono che squilla nella speranza che ci sia qualcuno lì per lei.

Quel telefono il cui squillo almeno fa compagnia la notte prima di dormire.

Ed in un secondo lo spirito del mio adorato Natale mi pare lontano anni luce seppure oggi in me era così vivo.

<<Ho paura di essere abbandonata Chiara...ho paura. Al telefono non mi rispondono più quando chiamo...>>

Una ragazza nella penombra di una stanza grida quelle volte in cui ottiene risposta; grida l'ingiustizia di questa ‘reclusione’, grida la sua stanchezza, grida la sua rabbia.

Una ragazza stasera osserva la cameretta nuova appena arrivata che sarà montata per lei l'indomani...la guarda e non la sente minimamente sua.

Il telefono continua a squillare...

Stamane pensavo al Natale con le sue luci, i suoi colori...la voglia di passarlo in famiglia.

Stasera penso alle parole che mi mancano nel vedere la paura di essere soli al mondo negli occhi di una ragazza troppo giovane per vivere tutto questo.

L'indipendenza è l'unica vittoria per lei...arrivarci sarà dura.

Spero che domani la cameretta montata la accolga in un familiare abbraccio.

Lei non sa che proprio in quella stanza montiamo il nostro gigantesco albero a dicembre.

Mai stanza fu più appropriata, penso, per destinare il posizionamento dell'albero di Natale e dei lumi, dei regali e della speranza che lo decorano...mai come quest'anno spero che quel bagliore serva a donare un po' di luce nelle notti e nelle paure buie.

Sentirsi sole al mondo, a 16 anni.

Sono tanto lontane quelle luci stanotte, persino l'odore dei biscotti alla cannella si è dissolto nella memoria in rispetto di quello sguardo di stasera che fissava quel maledetto telefono...

Dormono tutte.

Ed io penso...

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455

www.paidos.it

 

Ogni mercoledì si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.


mercoledì 20 ottobre 2021

La vita è un viaggio, non una destinazione

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

 LA VITA E' UN VIAGGIO, NON UNA DESTINAZIONE

Cosa fa un educatore? Vive una parte della sua storia assieme ai ragazzi...e un po' alla volta...si trasforma o magari scopre se stesso.

 

Le distese dei campi di grano scorrono veloci e sterminate sotto i miei occhi. Il treno sembra che ad un certo punto voglia inseguire la macchina su cui siamo; poi si muove per la sua strada...la macchina prosegue diritta nella sua direzione.

La mia collega vigile controlla la strada e spiega con la delicatezza tipica di una madre, alla ragazza a lei seduta accanto, dell'importanza che diventi ordinata, puntuale ed autonoma.

Abbiamo avuto un incontro con l'assistente sociale e stiamo tornando da Foggia.

Ascolto i loro discorsi eppure l'altra parte del mio cervello non riesce a smettere di pensare.

Con lei stiamo...sto...crescendo e tanto. È stata una fra le prime ragazze che ho conosciuto quando ho iniziato questo lavoro, la prima che mi ha dato il più lungo filo da torcere...una fra le tante che ha smontato e smonta tuttora le mie certezze e che spesso al rientro a casa continua a farmi girare i pensieri alla ricerca di risposte. Di domande ne fa tante e detto fra noi, molte delle sue stesse domande spesso...me le pongo anche io.

Fra poco si dovrà allentare la mano che con forza e delicatezza la stringe a me, a noi.

Lei a tavola racconta di politica, di moda, si fa domande su tutto.

Alle volte sembra studiare e rubare parole, espressioni dall'aria e dalla gente per farle proprie, incuriosita dal mondo. La ascolto quando parla ed a tratti me ne sento così... immensamente... fiera.

Il suo disordine corrode i miei turni, i suoi scatti d'ira sono vulcani esplosivi capaci di sotterrare una casa...eppure questa ragazza...sta crescendo. La vedo crescere, la vedo specchiarsi prima di uscire e chiedere consiglio su come stia, se vada bene l'abbigliamento o sia consono per l'occasione. Mi parla delle sue canzoni, dei suoi innamoramenti. Certe volte con picchi di coraggio a scapito d'orgoglio ammette le sue paure.

Quest'anno sarà il più intenso per noi, per lei. Dovremo lavorare a mille perché il termine o la ‘scadenza’ si sta avvicinando.

A tratti ho paura... ho imparato a riconoscere questo sentimento.

Questo è un lavoro che non si spiega con le carte, non si racconta con semplicità. Ancora non so dirmi con certezza di cosa mi occupo quando attacco il turno.

A tratti la ascolto e...racchiudo alcune parole nella mia scatola dei ricordi in cui ho nascosto anche i miei sogni per lei.

Un giorno la riaprirò ed oltre a lei...ci troverò me stessa e le mie speranze.

Certe volte torno a casa con mille pensieri, domande sul futuro, domande su quel che accadrà loro.

A fine turno mi concedo un bicchiere di vino, spesso una canzone e sembra quasi che in quel frangente i ricordi si uniscano fra loro in una scia argentata che scorre nella mia mente come i ricordi nel pensatoio di Silente.

Cosa fa un educatore?

Vive una parte della sua storia assieme ai ragazzi...e un po' alla volta...si trasforma o magari scopre se stesso. Non saprei .

Schiere di palazzi si rispecchiano sui finestrini... siamo arrivate a casa.

 

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455

www.paidos.it

 

Ogni mercoledì si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

mercoledì 13 ottobre 2021

L'importanza delle parole

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

L’IMPORTANZA DELLE PAROLE

 

Le parole  sono importanti, possono ferire, procurare dolore ma possono avere anche una forza rigeneratrice. Con gli anni, nel nostro lavoro, impari a dosarle, le scegli con cura,    parole piene di speranza, che guariscono ferite e accarezzano l'anima. Se poi alle parole dai testimonianza, pur con tutta la fragilità del tuo essere educatore, allora troverai sicuramente la chiave che apre un cuore blindato come quello dei nostri ragazzi.

 



PAROLE

 

Gioco in difesa,

ma quanta fatica!

Gli avversari cercano un passaggio,

ma io sono brava

non mi lascio lusingare dalle belle parole!

Io non mi apro!!! …

………….

Le parole mi hanno lasciata sola.

Mi piace il loro suono:

Bene, Amore, Fiducia…

Arrivano dritte al cuore

e lo sento palpitare.

È, questo nuovo sentire ,

ciò che chiamano VITA ???

Vorrei arrendermi

a queste emozioni nuove,

ma ho paura…

faccio resistenza…

Sono di nuovo sola,

non devo più giocare in difesa.

Le parole?!? …

… le ho solo assaporate

ma ne ho già nostalgia

 

De Martino Stefania

(Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455

www.paidos.it

 

Ogni mercoledì si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

mercoledì 6 ottobre 2021

Sera pre-udienza in tribunale

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

SERA PRE-UDIENZA IN TRIBUNALE

Domani sarà una giornata difficile per una delle nostre ragazze, e stasera pensa e ripensa a cosa dovrà raccontare, a cosa dire, pensa a quell'edificio grigio, pieno di corridoi, di stanze vuote, di uffici e di persone che forse potranno cambiare la sua vita.

 

Sera pre-udienza

<<Chiara io stasera non ho fame...non mangio nulla, non lo metto il piatto per me, non mi va>>

...

<<Va bene, metti la tavola per favore. Se non vuoi mangiare non ti preoccupare, stai tranquilla>>

...la pentola sfrigola e l'odore di olio, parmigiano e prezzemolo si diffonde nella cucina.

<<Ma che stai cucinando????>>

<<Oh nulla, solo la frittata che mi avevi chiesto l'altra volta, però non preoccuparti, non devi mangiare a forza>>

... Silenzio...

Sulla tavola ci sono i piatti per tutte. Anche quello che non avrebbe dovuto esserci secondo quanto da lei stabilito.

Si siede, annusa il profumo che viene dalla pentola, prende il piatto fra le mani e mi guarda.

Lo sguardo più tenero della giornata si posa su di me.

Metto la frittata a tutte. Condisco l'insalata con la rucola, affetto il pane.

<<Che poi quasi quasi mangio ... perché poi mi dispiace dirti di no, cioè non vorrei offendere, lo faccio solo per questo>>

<<E certo.... è buona educazione>> dico io.

Per 10 minuti il volto è rasserenato, le mani muovono il pane sul piatto che insoddisfatto ne raccoglie l'olio depositato sul fondo; gli occhi si socchiudono mentre ascolto il silenzio interrompersi al rumore della masticazione più famelica del mondo.

La frittata è finita tutta.

<<Oooh, ora si>> dice sorridendo, portandosi le mani sulla pancia.

Il suo sguardo si posa per qualche minuto sulla sua immagine riflessa nel vetro della credenza di fronte a lei.

Domani sarà una giornata difficile per lei, come lo è stata per tutte le ragazze che sedute lì pensavano a cosa raccontare, a cosa dire l'indomani, a cosa pensare di quell'edificio grigio pieno di corridoi, di stanze vuote e di uffici.

Il vestitino pulito è sulla sedia, pronto per lei, di sotto accanto vi sono le scarpe, la cinta e la borsetta abbinata. L'aria attorno a quella sedia è carica di ansia.

<<Sii te stessa domani, racconta ciò che senti, parla di te>>

Sospira.

<<Credo proprio che ora mi sentirò un po' di musica>>

<<Ottima idea>>

Sparecchia la tavola, dispone il suo piatto in lavastoviglie e si riguarda nella credenza. Mi sembra leggermente più sicura di sé.

Si gira verso di me e mi fissa; faccio finta di nulla e continuo a darmi da fare in cucina.

<<La frittata fa proprio bene>>

Sorrido sotto i baffi perché mi sento mia Nonna in questo istante.

Si mette le cuffie e mi sorride, poi va in camera sua.

Domani un edificio vedrà entrare questa piccola donna splendente della sua timidezza e delle sue paure per il futuro.

Dispongo sul tavolo pulito le tazze all'ingiù per la colazione di domani. Mi accingo a chiudere la porta della cucina che ora profuma del detersivo rosa per i pavimenti. Prima di chiudere la porta osservo la calma di questa stanza, spengo la luce e chiudo la porta.

Forse domani aprirò i biscotti al cioccolato...credo che potrebbero farla sentire meglio.

Le luci della casa sono accese ed ogni stanza racconta una storia differente. Sul balcone, seduta per terra una ragazza ascolta la musica e guarda le stelle. In un'altra stanza una ragazza messaggia e naviga su Instagram usando il dito più veloce che abbia mai visto. Nella stanza degli educatori stiamo vedendo un film. La bimba dorme.

Una ragazza si posa con la testa sulle mie gambe e mette la mia mano sui suoi capelli così che possa accarezzarli. Intanto parte la sigla del film che ha scelto.

Che cosa devono essere questi piccoli attimi di serenità....

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455

www.paidos.it

 

Ogni mercoledì si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

mercoledì 29 settembre 2021

Le orme che ci lasciamo dietro

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati 

LE ORME CHE CI LASCIAMO DIETRO

Riflessioni notturne di un educatore follemente innamorato del proprio lavoro


Dopo 30 anni sono ancora qui ad interrogarmi la sera su cosa ho fatto durante la giornata per i nostri ragazzi, le nostre ragazze, i bimbi e le bimbe... mi guardo indietro e vedo tante orme sul terreno che hanno viaggiato di pari passo, in alcuni casi in fuga, in alcuni casi in affanno ma sempre cariche di emozioni e sentimenti condivisi. Guardo avanti e non sempre il futuro sembra roseo perché le difficoltà sono tante, i servizi per il sociale spesso in affanno e i ragazzi spesso dimenticati da adulti distratti. Allora mi concentro sul presente e ricordo con piacere l'incontro appena fatto con uno dei nostri ragazzi ormai padre, lavoratore che si danna per crescere bene la propria figlioletta…mentre controllo per la 70ma volta se la piccolina di casa dorme tranquilla, mi chiedo se sto interpretando correttamente il mio ruolo, ma io ho bisogno di non perdere il contatto con i ragazzi perché solo così posso cercare di capirli e di pensare a come aiutarli in maniera più efficace...e allora mi accingo a trascorrere questa notte mentre il venticello comincia a scorrere nella stanza e i miei pensieri si lasciano cullare...domani e' un altro giorno e si vedrà...e vado avanti per la mia strada conscio di stare facendo tutto il possibile e forse qualcosina in più...e penso di essere proprio fortunato.

Dott. Marco Di Sabato

(Educatore/Presidente  Paidòs Onlus)

 

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455

www.paidos.it

 

Ogni mercoledì si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.


mercoledì 22 settembre 2021

Il duro lavoro dell'educatore

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

 IL DURO LAVORO DELL'EDUCATORE

<<Ciao Chiara, ti chiamavo per chiederti se avessi il piacere e la voglia di lavorare con noi. La casa famiglia femminile è rimasta scoperta di un'unità e abbiamo pensato a te. Fammi sapere se sei interessata e...spero tanto che l'idea di tornare a lavorare qui, ti faccia piacere>>

Credo che fu, senza prova di dubbio, l'anno più difficile della mia vita fino a questo momento. Fu un anno turbolento, insidioso. In quell'anno le possibilità di lavoro erano diventate sempre più complesse e, ahimè, ridotte. Per la prima volta in tutta la mia vita ero pronta per andar via dalla mia amata Lucera perché il non lavorare, per chi come me, aveva la testa piena di sogni, per chi in delirio di onnipotenza si era innamorata di quella cultura intrisa di lavoro e voglia di trovare il proprio posto nel mondo, la stessa cultura con la quale i sapienti libri avevano forgiato i miei ideali, il non avere un futuro...era una prospettiva terribile. In un solo anno avevo provato la gioia di avere un lavoro, l'angoscia di perderlo, il vuoto di frasi eteree che galleggiavano nell'aria sulle note impietose di "le faremo sapere" e l'amarezza per il nulla che appariva tetro e macchiava di scuro il mio futuro.

"Ti offriamo 100 euro al mese con prospettive di aumento. Non occorre la laurea, richiediamo dalle 8 alle 12 ore di lavoro ma potrebbe esserti richiesta maggiore disponibilità anche nei festivi. Tu non sei di qua vero? Comunque il trasporto è a carico tuo" Ricordo frasi di questo tipo e... quella stretta allo stomaco.

Piansi molto quell'anno... tutte le mia certezze stavano andando in fumo.

Avevo trascorso tutta una giovinezza a pensare alle cose straordinarie che la vita mi avrebbe riservato, eppure la vita, in quel momento, si stava prendendo beffa di me.

In poco tempo fui disoccupata, maestra d'asilo, ragazza alla ricerca e pronta ad andare via ed... educatrice.

In agosto Marco mi chiamò per chiedermi se avessi voluto lavorare in comunità. Ricordo che dissi: sì. Fu un "si" liberatorio, istintivo e ...felice.

<<Lavoro>>...qual parola complessa.

Ripensai al tirocinio che decisi di svolgere proprio in quella cooperativa, per conoscere quella realtà a cui ambivo, a Lucia che mi faceva da Tutor e sapientemente educava la mia mente a sperimentarsi e a correggersi; ripensai al volontariato, all'ADE che avevamo cercato di ripristinare in ogni modo...

Un lavoro, nella terra che ho sempre amato.

Un lavoro per il quale avevo studiato.

Era utopia...eppure ad un tratto era...vero.

Ricordo che il Presidente mi disse: << è un lavoro duro, impegnativo ma che, se fatto nel modo giusto e non so dirti quale sia perché lo scoprirai da te, darà soddisfazioni e certe volte tristezze e batoste. È un mestiere, quello dell'educatore, che prevede turni, notti e spesso festivi trascorsi a lavoro e talvolta emergenze...se scegli di farlo devi sapere che le condizioni sono queste.

Un ragazzo che piange di notte, beh quello è il tuo lavoro, vorrei saperti dire di più, ma è solo facendo che potresti comprendere>>

Il primo giorno mi accolse una signora gentile dai capelli corvini; mi accolse in quella casa che chiamavano: "casa famiglia" e mi spiegò cosa fosse e chi ci vivesse e ... perché.

Cosa fosse L'opera San Giuseppe, le idee e le speranze celate al di sotto di quei mattoni rossastri ed in quei campetti preservati con cura da abili mani, cosa fosse quella casa, chi fossero quelle ragazze e quei ragazzi erano una incognita per me.

La mia prima notte guardai fuori da questa finestra e mi sentii grata e ansiosa e timorosa di sbagliarle tutte.

Anche stanotte guardo quella finestra...

Ho messo a dormire la bimba piccola e le ho dato una carezza, ho cucinato le piadine per delle adolescenti affamate, ho parlato con le ragazze di tutto e di niente...abbiamo fatto una passeggiata ed una di loro ha chiesto: "torniamo a casa? Ho una voglia di stare nel mio letto col venticello".

Torniamo a casa....nel mio letto.

Queste parole mi hanno scaldato i ricordi delle ragazze e dei ragazzi che ho visto passare per di qui, incrociare le loro storie con le mie. Penso a quanti pannolini sono stati cambiati, a quanti bagnetti, allo zaino nuovo, appena comprato per il primo giorno di scuola, appeso nell'ingresso, a quanti compiti, a quante torte, alle chiacchiere di notte, agli incubi che l'oscurità porta con sé, ai progetti...

Sono trascorsi gli anni...ed io benedico ancora quella finestra che mi accolse benevola, il primo giorno, con la sua brezza.

Sono già trascorsi anni...e a poco a poco questa casa è diventata un po' anche la mia.

Il poeta Ligabue cantava:

"Una vita da mediano, a recuperar palloni....Una vita da mediano

Da chi segna sempre poco,

Che il pallone devi darlo

a chi finalizza il gioco".

Quella chiamata, quel contratto, quelle scelte all'epoca prive di senso, quel si...mi portarono qui, come Oriali a vincere...caso mai i miei mondiali.

Con l'università scelsi di giocare la mia partita...poi la vita fece il resto.

Ed io son qui...

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso Casa Famiglia Murialdo)

 

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455

www.paidos.it


Ogni mercoledì si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

mercoledì 15 settembre 2021

Perché un ragazzo viene definito difficile?

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

MA CHE SIGNIFICA DIFFICILE?

Ogni volta che arriva un ragazzo in Casa Famiglia, di solito viene etichettato come ‘difficile’, ma spesso ha solo bisogno di qualcuno che si dedichi a lui e lo aiuti a sbocciare.

 

Oggi ho conosciuto una nuova ragazza che sarà inserita in Casa Famiglia a breve. 

Mi sono presentata...non penso abbia memorizzato il mio nome. 

Non ha ascoltato la persona che lo diceva. Non mi ha guardata e per tutto il tempo mi ha ignorata.

Di striscio però un'occhiata l'ha buttata.

Io invece l'ho guardata bene, un piercing al naso, un jeans strappato alle ginocchia... chissà cosa pensava mentre la nonna diceva di non potersi occupare di lei, lei che non ubbidisce, che vuole fare quello che vuole, che pretende cose che  con la pensione del marito non può dare, lei che odia studiare, lei una ragazza difficile...difficile! Ma che significa difficile? Difficile per un genitore? Per una nonna? Ma perché difficile? Difficile da capire, da ascoltare o semplicemente da amare?

Il difficile che fa diventare un peso da scaricare senza ma e senza se.

Che fa alleggerire la coscienza o la anestetizza soltanto  relegando ad altri la responsabilità di un'adolescente di cui un genitore dovrebbe averne cura!

Nulla di nuovo per me che da quasi trent'anni ascolto la stessa storia e ogni volta mi viene un nodo alla gola e mi chiedo cosa sta pensando adesso, quali sono i suoi sentimenti verso la sua famiglia e verso di me che sto entrando nella sua vita.

Una sconosciuta che dovrà asciugare le sue lacrime, che dovrà invadere la sua privacy, che dovrà darle delle regole, che dovrà ascoltarla, che dovrà starle vicino nei momenti difficili, sostenerla ed eventualmente aiutarla a rialzarsi .

Ma lei non mi guarda, così io non esisto almeno per oggi!

Chi pensa di essere! Non sa con chi avrà a che fare. Se pensa di non farmi fumare o di togliermi il telefono si sbaglia.  Non ci è riuscita mia madre o mia nonna, figurati lei. Chi è? Chi la conosce? Alla prima occasione scappo. Glielo faccio vedere io chi dà le regole!

Sì, sarà difficile farle ingoiare l'abbandono e farle accettare che persone estranee, sono disposte ad accoglierla e a mettersi in gioco con lei e per lei.

Allora coraggio a noi, che ogni volta  ricominciamo con una nuova storia che ti sconvolge, ma che ti dà sempre nuovi stimoli e crea nuovi splendidi legami.

 

Dott.ssa Clemente Maria Letizia

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455


Ogni mercoledì si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.